Ghiande, Querce e Counseling

Ghiande, Querce e Counseling

“Passione per la vita”,  “amore per la vita”, “biofilia”

Negli anni cinquanta Erich Fromm, sociologo e psicoterapeuta, descrive con queste parole la tendenza ad essere attratti da tutto ciò che è vivo e vitale.

Trent’anni dopo, Edward O. Wilson, biologo e naturalista,  rileva nell’essere umano la tendenza innata a concentrare il proprio interesse sulla vita e sui processi vitali; nel suo libro Biophilia descrive i legami che gli esseri umani cercano con gli altri organismi viventi.

Prima di E.Fromm e di E.O. Wilson, Carl R. Rogers scrisse di un principio attualizzante, una tendenza innata dell’essere umano a orientarsi selettivamente e in modo diretto verso il completamento e la realizzazione delle proprie potenzialità.

Come un seme che germoglia e, orientandosi tra le zolle, va alla ricerca della luce e dell’aria necessarie al proprio sviluppo, anche l’individuo ha bisogno di humus nutriente, di acqua, di aria e di raggi di sole: un ambiente accogliente e in grado di favorire la crescita attualizzante.

Tutto questo, in sintesi, è parte fondamentale dell’approccio chiamato Counseling, l’arte della relazione d’aiuto, del quale lo psicoterapeuta americano Carl Rasmus Rogers, è considerato genitore amorevole e fecondo.

“Una delle funzioni del Counseling, consiste nell’aiutare il cliente a trovare quella che Aristotele chiamava entelechia, l’unica forma, nella ghianda, che la destina a essere quercia”.   Rollo May

Anche per Rollo May, psicoterapeuta e fondatore insieme a Carl R. Rogers e Abraham Maslow, della Psicologia Umanistico Esistenziale, l’aspetto di biofilia ha un ruolo chiave nel percorso di consapevolezza e crescita interiore possibile grazie al Counseling.

Rogers, May, Maslow  individuarono nel bisogno di crescita e di affermazione, le principali spinte di ogni comportamento umano e nel senso di autostima il presupposto fondamentale dell’equilibrio personale; misero inoltre a fuoco l’importanza delle dinamiche emozionali, cioè del sentire, quella che qualche decennio dopo fu chiamata Intelligenza Emotiva, come caratteristiche significative per un’esistenza umana piena e vitale. Molta influenza la ebbe, inoltre, il pensiero del filosofo Ralph Waldo Emerson.

Coltivi fiori o piante, sul tuo terrazzo o nel giardino?
Se comperi bulbi di tulipani, sono quei fiori che ti aspetti di veder crescere, non le rose.

 Forse noi esseri umani, nella nostra complessità e ricchezza, abbiamo un intero negozio di sementi nel profondo della nostra interiorità, possibilità di svilupparci e di fiorire in modi diversi.
C’è una fioritura migliore di un’altra?

L’entelechia Aristotelica si basa sulla tensione di un organismo a realizzare se stesso, attraverso la consapevolezza, l’espressione, la realizzazione del proprio se profondo e unico. La risposta a C’è una fioritura migliore di un’altra? sta nella soddisfazione, o nell’insoddisfazione, percepita nel processo di realizzazione di se stessi.

Dalle metafore e dalle teorie fino alla vita concreta. Quante, tra le persone che conosci, compresa/o te stessa/o, parenti, amici, conoscenti, si dicono soddisfatti di se stessi, della vita che conducono, delle relazioni che hanno, dei risultati che ottengono?

Alcuni, non molti, questo è un fatto. E’ più frequente l’insoddisfazione, la frustrazione, a volte anche la sofferenza, per le proprie esistenze che scorrono, giorno dopo giorno, con una vaga percezione di qualche cosa di più soddisfacente possibile e la difficoltà, o l’impossibilità, di manifestarlo, di fare scelte che lo rendano possibile.

La spinta interiore del “seme” autentico preme, cerca la strada per uscire alla luce, ma a volte questo potenziale è ostacolato da innumerevoli fattori educativi, culturali, sociali, che coinvolgono pensieri, emozioni, azioni/scelte. 

Siamo vittime di tutto questo? Siamo esseri umani che fanno ciò che possono e che hanno bisogno di sicurezze, anche illusorie, quindi tendiamo ad adeguarci e ne paghiamo il prezzo.

Entelechiaen + telos, che in greco significano dentro e scopo, quindi una finalità interiore.

Bisogna scendere dalla testa, non rispondere sempre e solo al “canto delle sirene” della mente, e incamminarsi nel profondo di se, per avvicinarsi al proprio “seme” autentico, alle risorse per nutrirlo e aprire la strada affinché possa venire alla luce.

Dov’è quel luogo profondo, dove cercare, come farlo?

E’ necessaria l’analisi, la psicoterapia, l’indagine dettagliata sulla propria biografia?
Serve capire perché, cos’è successo, quali relazioni primarie hanno condizionato, quali traumi hanno impedito al principio attualizzante di avere la sua naturale espressione?

Howard Gardner, psicologo americano, ha aperto l’affascinante visione dell’essere umano dotato non di una ma di una molteplicità d’intelligenze; ne definisce molte: logico-matematica, linguistica, spaziale, musicale, cinestesica, interpersonale, intrapersonale, naturalistica, esistenziale, sintetica, creativa, etica.

Se non bastassero le risorse evidenziate dalla prospettiva di Gardner, si aggiunge anche altro al paniere delle possibilità: a John Mayer psicologo statunitense, Peter Salovay psicologo sociale statunitense, Daniel Goleman, psicologo statunitense, dobbiamo i principi dell’Intelligenza Emotiva.

Eugene T. Gendlin, psicoterapeuta americano, ha lavorato a lungo proprio con Carl R. Rogers sull’importanza dell’orientamento dell’attenzione al sentire, nei percorsi di consapevolezza. Le Neuroscienze consentono un’ulteriore ampiezza di visione e di opportunità, offrendo pragmatismo a molte teorie, grazie alla ricerca scientifica, e radicando le pratiche funzionali nella concretezza del corpo.

Questa è la via, e il territorio stesso, del viaggio nel profondo: il corpo. Un mondo complesso e creativo da esplorare non per capire ma per conoscere e conoscersi, con un se radicato nel sentire, oltre che nel pensare, con attitudine curiosa e gentile, con strumenti pratici per orientarsi e gestire, per lasciare spazio ai naturali meccanismi di costante cambiamento propri dell’impermanenza della Vita.

Il Counseling, l’approccio di accompagnamento alla scoperta delle risorse interiori dell’individuo, affinché siano al servizio della realizzazione di se, non si occupa di problemi, né di situazioni problematiche, né tanto meno di disturbi o di malattie, tutto questo è di competenza di altre professioni.

Nel Counseling, con il Counseling, ci si occupa delle persone, con ascolto profondo, accoglienza, empatia e comprensione; ci si prende cura del modo di stare in relazione e della qualità del comunicare, con competenza e con rispetto.

Si creano condizioni e interazioni che favoriscano l’espressione del principio attualizzante, dando fiducia all’Anima Mundi, la spinta vitale dei singoli organismi uniti in un solo organismo vivente, l’Anima Universale, nella quale l’entelechia entra in contatto autentico e manifesta la sua finalità interiore.

Un’esperienza intima, quella di essere a fianco delle persone che scelgono questa via, che si mettono in gioco, che attingono al proprio Coraggio. Essere Counselor richiede vocazione, aver incontrato a propria volta il proprio daimon, averlo riconosciuto, accolto, ascoltato e onorato.

Quarant’anni fa, in Italia, il Counseling era pressoché sconosciuto, mentre negli USA e in altri paesi di cultura anglosassone era diffuso già da decenni; tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta è iniziata la diffusione anche nel nostro paese, S.I.Co. Società Italiana di Counseling nacque proprio in quel periodo.

All’arrivo del nuovo millennio, nel mondo e in Italia, iniziano a manifestarsi i primi effetti delle varie crisi economiche che si sono susseguite e che non sono ancora finite. Da qui ebbe inizio gradatamente un fenomeno ben visibile alla scuole di Counseling pioniere che, come Insight, allora esistevano già da due decenni: il bisogno di un’occupazione professionale alternativa in un mondo del lavoro che continuava ad attraversare difficoltà, unito, alcune volte, al daimon che spingeva verso un’espressione professionale più umana e umanistica, fece da propulsore alla maggior diffusione dell’approccio di Carl R. Rogers anche in Italia.

Fiorirono scuole, si formarono professionisti, nacquero altri enti di categoria, in un mondo nel quale, per svariati motivi, i livelli di stress e il bisogno di ben-essere emotivo diventavano sempre più elevati.

Fino ad arrivare alla pandemia Covid-19, alle problematiche di distanziamento, d’incertezza, di disorientamento e di comunicazione. In tutto questo “L’ARTE della Relazione d’Aiuto” si pone come possibilità con un alto potenziale di intervento funzionale, quando i professionisti di Counseling hanno chiare le loro competenze e il modus operandi, cioè non voler essere psicologi o psicoterapeuti senza avere una formazione specifica in quei campi, per esempio, e neppure voler essere guaritori. E’ compito delle scuole e dei docenti fornire informazioni e modelli chiari a questo proposito.

Entelechia, daimon, vocazione, parole chiave che aprono agli aspetti del mondo umanistico nel quale il Counseling affonda le sue radici

La consapevolezza della posizione privilegiata dell’uomo nel mondo della natura, egli é artefice del proprio cammino, ricerca l‘equilibrio fra istinto e ragione,  promuove armonia e bellezza, allarga con la ricerca e la formazione i propri orizzonti perché una conoscenza ampia e profonda favorisce Sapere, Saper fare, Essere.

Qualunque fiore tu sia,
 quando verrà il tuo tempo, sboccerai.
 Prima di allora, una lunga e fredda
 notte potrà passare. Anche dai sogni
 della notte trarrai forza e nutrimento.
 Perciò sii paziente verso quanto ti accade
 e curati e amati, senza paragonarti
 a voler essere un altro fiore, non esiste fiore migliore
 di quello che s’apre nella pienezza
 di ciò che è. E quando ciò avverrà,
 potrai scoprire che andavi sognando
 di essere un fiore che aveva da fiorire.
Daisaku Ikeda

Di Milena Screm, Counselor Supervisor Trainer
Presidente della scuola Insight di Milano