“Ciao come stai?”

“Ciao come stai?”

“Ciao come stai?”

Probabilmente la frase che pronunciamo e/o che ci viene rivolta ogni volta che incontriamo o sentiamo qualcuno.

Sembra una frase standard eppure la risposta che diamo a questa domanda è molto importante.

Infatti, al di là della risposta automatica e “non sentita” tipo “tutto bene…” questa domanda ci invita a riflettere, ad avere consapevolezza di come stiamo fisicamente, di come stanno i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre relazioni, i nostri bisogni, a vedere se abbiamo blocchi o difficoltà.

Dunque se si desidera vivere in armonia dobbiamo essere consapevoli di quale è il nostro stato di Salute. Quante volte riflettiamo sullo stato della nostra Salute?

Probabilmente ultimamente eventi esterni ci hanno costretto a fare questa riflessione.

Alla fine di dicembre 2019 il mondo si è trovato a dover affrontare un’emergenza sanitaria mondiale: un nuovo virus  – Covid 19 – si è diffuso a livello planetario causando problemi a livello individuale e collettivo e ci  ha costretto a ripensare ai nostri stili di vita, alla salute personale e sociale, ai modelli economici, ecologici, relazionali….

Anche chi, per motivi generazionali, non ha vissuto e non ha ricordi della guerra si è sentito, forse per la prima volta,  vulnerabile come essere umano e sono cadute certezze e programmi.

L’emergenza ha cambiato le nostre abitudini costringendoci a prestare maggiore attenzione all’igiene ma anche al nostro modo di relazionarci con gli altri con l’obbligo di mantenere una distanza di almeno un metro e rinunciare a strette di mano, abbracci, baci, ad indossare le mascherine.

Lo  slogan prevalente   – “# io resto a casa” –   ha  comportato  la necessità  di  dover  affrontare l’isolamento e il rimanere per un lungo periodo tra le mura di casa. 

Si sono evidenziate molte situazioni critiche causa di stress.

Le difficoltà emerse nel sistema sanitario hanno evidenziato, inoltre, come il diritto alla Salute viene spesso disatteso, ma anche che ciascuno di noi ha il dovere di responsabilizzarsi rispetto alla propria Salute come anche a quella della società e dell’ambiente.

Fu alla fine del truce periodo storico che va dal 1915 al 1945, noto come «Età della catastrofe», che nel mondo, accanto ad un sentito desiderio di pace, di libertà, di sviluppo sereno e tranquillo tra le nazioni e tra i popoli, si fece strada anche un nuovo concetto di salute. Nel Preambolo della Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – l’agenzia tecnica dell’ONU deputata ai problemi riguardanti la salute pubblica in contatto con i Ministeri della sanità pubblica dei vari Paesi membri dell’organizzazione, fu scritto che: 

“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non soltanto assenza di malattia o infermità”

Si usciva così dal vecchio paradigma che sosteneva che la Salute è assenza di malattia.

Con la Carta di Ottawa del 1986 si è fatto un ulteriore passo in avanti nell’evoluzione del concetto di Salute perché viene affermato che la promozione della salute è un processo sociale e politico che comprende non soltanto le azioni per rafforzare e sviluppare le capacità e abilità delle persone di affrontare la vita, ma anche l’azione rivolta a cambiare le condizioni ambientali, sociali ed economiche in modo che risultino vantaggiose o favorevoli al miglioramento della salute pubblica e della salute individuale, in altri termini al miglioramento della qualità della vita.

Viene affermato che   “la promozione della salute è il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e migliorarla…” 

Le persone non possono raggiungere il loro pieno potenziale di salute senza alcuni prerequisiti che sono: pace, ambiente favorevole, istruzione e quindi disponibilità di informazioni, abilità personali (life skills),  opportunità che consentono di fare scelte sane, alimentazione nel senso di disponibilità di adeguate quantità di cibo di buona qualità, reddito adeguato al contesto e continuità delle risorse, accesso a servizi sanitari di qualità 

In particolare per Life Skills si intende “l’insieme delle abilità utili per adottare un comportamento positivo e flessibile e far fronte con efficacia alle esigenze e alle difficoltà che si presentano nella vita di tutti i giorni”. 

Il nucleo fondamentale delle Life Skills identificato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è costituito da 10 competenze: Consapevolezza di sé, Senso critico, Gestione delle emozioni, Prendere buone decisioni, Gestione dello stress, Risolvere problemi, Empatia, Comunicazione efficace, Creatività, Relazioni efficaci 

Tali competenze possono essere raggruppate secondo 3 aree: 

  • EMOTIVA- consapevolezza di sè, gestione delle emozioni, gestione dello stress 
  • COGNITIVA – risolvere i problemi, prendere decisioni, senso critico, creatività 
  • SOCIALE – empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci

 

La metodologia del Counseling consente di sostenere, riattivare e ricontattare queste tre aree.

Uno dei fondamenti della relazione di Counseling è infatti la responsabilità personale nella determinazione del proprio percorso di vita, congiuntamente con la valorizzazione ed il potenziamento delle competenze di base necessarie per fare fronte con successo agli eventi e ai cambiamenti delle diverse fasi di vita.

Il counselor accompagna il cliente nella sua autonomia, libertà di essere, di scegliere e di affrontare la vita con le proprie risorse ed i propri limiti allo scopo di una crescita personale e di una condizione di benessere globale.

Il Counseling, operando nel campo della salutogenesi, si pone proprio come fine ultimo il benessere globale della persona.

La Salutogenesi è tutto ciò che crea salute, ovvero tutto ciò che permette alle persone, anche in situazioni di forte avversità (un trauma, una malattia cronica, la disabilità, precarie condizioni socioeconomiche, ecc), di compiere scelte consapevoli di Salute utilizzando risorse (interne ed esterne), accrescendo la propria resilienza e la capacità pro-attiva. 

Essa presuppone che la Salute non sia uno stato acquisito e stabile ma piuttosto un continuum su cui ognuno di noi si muove e le cui estremità sono Salute e malattia. 

Le risorse di resistenza dipendono, secondo  Aaron Antonovsky  (1923-1994), dal  Senso di Coerenza che ognuno di noi costruisce attraverso:

  1.  il senso di comprensibilità, cioè la possibilità di capire ciò che accade in noi e nel nostro ambiente, di dare un ordine a questi accadimenti, perché se comprendiamo ciò che ci sta accadendo possiamo meglio affrontare le situazioni.
  2. il senso di affrontabilità , cioè la sensazione che possiamo esercitare un certo controllo (anche se ridotto, anche se nella fantasia) sugli eventi o nelle situazioni difficili e che questo è possibile se siamo consapevoli di possedere  risorse interne utili ad affrontare gli eventi. 
  3. Il senso di significatività: un processo che va costantemente attuato per poter trovare un significato a ciò che ci capita per poter trovare una buona motivazione  per affrontare la vita, per combattere e per impegnarsi nelle cose.

Comprensione, ritrovare e utilizzare le proprie risorse interne, dare un significato a ciò che ci accade e prendersi la responsabilità di ciò che desideriamo, diventare consapevoli dei nostri bisogni e delle nostre emozioni, diventare protagonisti della nostra Salute.

Tutto questo per me è Counseling.

Daniela Piendibene – Responsabile per l’attuazione dei  progetti Sico